“Amore e guerra”
- Il critico cinematografico Maurizio Porro presenta il film di Woody Allen del 1975
- Il timido e fifone Boris (Woody Allen) è costretto dall’invasione di Napoleone ad arruolarsi e diventare eroe suo malgrado, tanto che la moglie (Diane Keaton) lo coinvolgerà in un attentato contro l’usurpatore. Il tutto raccontato in flashback dalla voce di Boris defunto. Sorta di comico tributo del regista alla letteratura russa e ai suoi luoghi comuni. Intelligente e divertente (Il Mereghetti, B.C.Dalai)
Suggestionato dalla cugina Sonia, grande peccatrice, di cui è innamorato, l’occhialuto, nevrotico e vile Boris Grushenko si trasforma in eroe, cimentandosi in un attentato contro Napoleone Bonaparte, invasore della Grande Madre Russia. E’ il film della svolta (verso il dramma) di Allen, proiettato nel mondo tolstoiano di Guerra e Pace per cavarne una stravagante e sgangherata farsa che sconfina talvolta in Dostoevskij. Raccomandato ai cinefili per la miriade di citazioni e ammiccamenti. Grande spasso e una Keaton deliziosa (Il Morandini, Zanichelli).

Maurizio Porro, laureato in filosofia, inizia collaborando con il Piccolo teatro di Grassi e Strehler. L’attività giornalistica parte dal Giorno nel 1972 e continua dal 1974 al Corriere della Sera, dove tuttora è giornalista e critico cinematografico. Ha pubblicato monografie su Alberto Sordi e Joseph Losey, Fine del primo tempo (Archinto), Mélo (Dizionari Cinema Electa), Il cinema vuol dire (Secondo tempo) (Bompiani).
«Lo rimpiangeva, sognandolo, Fellini; lo raccontava con nostalgia Tornatore; lo diceva con affetto anche Marco Ferreri in Nitrato d’argento: il cinema è una casa, un rifugio, la stanza in più che tutti vorremmo avere» (Maurizio Porro, Fine del primo tempo).
«Lo rimpiangeva, sognandolo, Fellini; lo raccontava con nostalgia Tornatore; lo diceva con affetto anche Marco Ferreri in Nitrato d’argento: il cinema è una casa, un rifugio, la stanza in più che tutti vorremmo avere» (Maurizio Porro, Fine del primo tempo).