Invisibile Piece
- Mentre il pubblico si confronta con la visione originale della Pavlova, la coreografa/interprete al centro della scena, attraverso una traduzione simultanea dell'antica versione, attualizza un loop gestuale, un landscape espressivo infinito e precario, in cui tutti i movimenti e le espressioni dei "corpi" improvvisamente tradiscono la partitura iniziale per diventare ambigui e fuori controllo, come per evidenziare la fragilità dei diversi piani interpretativi, nell'azzardo e nel desiderio di spostare i confini del proprium espressivo.
INVISIBLE PIECE é una coreografia di allucinazione e profezia, che nel suo intrecciare e ricostituire dal vivo la relazione primaria tra immagine assente e movimento presente, raccoglie e amplifica il puro gesto coreografico, coinvolgendo in una sorta di gioco di doppi sfalsati, lo sguardo stesso del pubblico.
«È la stessa autrice a introdursi allo spettatore, anticipando il corso degli eventi: la riproposizione su schermo del frammento danzato originale, la propria personale traduzione, il video che la conclude. Questo "solo" mostra una solitudine affollata di figure. Anna Pavlova, visione sullo schermo che precede e quasi produce la coreografia dal vivo, si sovrappone a una folla di persone che Cristina Rizzo evoca ripetendone le parole: tra gli altri, Lady Gaga e Domenico Modugno, Kurt Cobain, Casanova, Berlusconi. Queste suggestioni, con le immagini che affiorano sullo schermo alla fine, sembrano comporre un diario, intimo eppure impersonale, di forme aperte della rappresentazione. Per gli spettatori e per la danzatrice che siede loro accanto, mentre prosegue il filmato sul palco, l'orizzonte comune è la sparizione, il trapasso che fornisce l'argomento (o il contesto finale) alle diverse qualità di intrattenimento presentate. Con Invisible Piece, l'artista afferma la propria presenza senza imporla, fa un passo indietro, si lascia temporaneamente sovrastare. Ma la complessità e l'orizzontalità dello spettacolo sono trapassate dalla qualità del gesto, che si staglia su tutto, legando ogni immagine all'universo concluso di una sensibilità particolare. La trasparenza con cui è lanciata ogni immagine, ogni parola, lascia il posto a un'attitudine analitica che trattiene il movimento fino alla sua disamina totale, per scomposizione, riproposizione, riduzione a impulso. Nell'incessante flusso dello spettacolo è soprattutto questo ciò che rimane impresso» (Andrea Falcone, Myword.it)

Danzatrice, performer e coreografa basata a Firenze, Cristina Rizzo è una figura di punta della danza contemporanea italiana. Formatasi a New York alla Martha Graham School of Contemporary Dance, ha frequentato gli studi di Merce Cunningham e Trisha Brown. Rientrata in Italia ha collaborato con diverse realtà artistiche tra cui il Teatro Valdoca, Aldes/Roberto Castello, Stoa/Claudia Castellucci, Mk, Virgilio Sieni Danza, Santasangre. É tra i fondatori di Kinkaleri, compagnia con la quale ha collaborato attivamente sino al 2007 attraversando la scena coreografica contemporanea internazionale e ricevendo numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Lo Stranieo e il Premio Ubu. Dal 2008 ha intrapreso un percorso autonomo di produzione e sperimentazione coreografica indirizzando la propria ricerca verso una riflessione teorica dal forte impatto dinamico. Il primo progetto a firma autoriale è DANCE N°3, co-prodotto dal Roma Europa Festival e da Aperto Festival, un progetto che l'ha vista interprete di una partitura coreografica ideata attraverso transiti di scrittura corporea tra i coreografi Eszter Salamon, Michele Di Stefano e Matteo Levaggi. Concentrandosi in questa prima fase sulla necessità di rigenerare l'atto di creazione stesso, tra il 2010 ed il 2012 produce diversi oggetti coreografici a metà strada tra i linguaggi della performance, della danza e delle arti visive. Di questo periodo sono la performance itinerante AHAH; il progetto speciale in grande scala WAUDEVILLE con più di 100 comparse (prodotto da Xing per F.I.S.Co. 2010); le performance lectures EX/PORNO dedicate ad un'indagine del mondo del porno; il solo VOICE OVER co-realizzato con la coreografa Ezster Salamon; il duetto MICRO DANZE CON UN CANE ADDESTRATO; la partecipazione come artista ospite al progetto CRITICAL CAB e INSTRUCTION SERIES III/Orang Orang (prodotto dal Roma Europa Festival 2011). La successiva produzione è indirizzata ad una ricerca coreografica tesa ad aprire riflessioni e nuovi immaginari sul tempo presente, ad un'idea di opera come estrema ricomposizione a partire dal confronto con la cultura occidentale ed i classici del balletto. Nel 2012 debutta INVISIBLE PIECE, solo che parte dalla riconsiderazione di un pezzo di storia della danza e della nostra cultura (La morte del cigno nella famosa prima versione danzata dalla Pavlova ) al fine di presentare il proprio lavoro in modo critico e complementare. Nel 2013 debutta al Festival Uovo di Milano, LA SAGRA DELLA PRIMAVERA / PAURA E DELIRIO A LAS VEGAS, sorprendente interpretazione in solo della Sagra di Stravinskji, che si traccia in uno spiazzamento tra il visivo ed il sonoro. Il 2013 la vede inoltre impegnata in diversi progetti collaterali: è coreografa ospite alla Biennale Danza di Venezia nella sezione Atleta Donna, è interprete di una produzione del coreografo marocchino Taoufiq Izeddiou per Août En Danse a Marsiglia, è coreografa ospite del progetto itinerante Miniatures Officinae per Marseille Provence 2013 / Capitale Européenne de la Culture, è coreografa ospite per il progetto Digitalife 2012-Human Connections a cura della Fondazione Roma Europa al Macro Testaccio, viene invitata come coreografa dalla Compagnia Aterballetto per la produzione di una nuova creazione dal titolo TEMPESTA / THE SPIRITS. Svolge regolarmente laboratori di ricerca su la pratica coreografica con un'attività specifica sulla didattica del movimento. Il suo lavoro è sostenuto dalla Regione Toscana e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.